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Accessibilità digitale: linee guida e novità per le PMI e le cooperative dal 28 giugno 2025

lunedì 28 aprile 2025

Partiamo dalla parola.

Cooperazione, dal latino cooperàri, composto da con (insieme) e opera (fatica, industria, cura).

Nel nostro ordinamento, l’articolo 45 della Costituzione non ha dubbi: “la Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata.”

La cooperazione, in fondo, è questo: costruire ponti, non ostacoli.

Garantire diritti. Superare barriere. Andare lontano, insieme.

 

Come insegna un proverbio africano:

“Se vuoi andare veloce, va’ da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme.”

 

Ecco perché oggi vogliamo parlare di accessibilità digitale: una questione etica, oltre che normativa. Un dovere, ma anche una straordinaria occasione di innovazione e inclusione per tutte le imprese, in particolare per quelle cooperative che si fondano sulla mutualità.

 

Cosa significa rendere accessibili siti e app?

Un sito web o un'app sono accessibili quando possono essere usati da tutte le persone, indipendentemente da abilità motorie, visive, uditive o cognitive.

Questo non significa solo aggiungere i sottotitoli a un video, o scegliere colori con un buon contrasto: significa progettare con empatia, mettendo al centro l’utente, tutti gli utenti.

 

Alcuni principi fondamentali (WCAG 2.1):

  1. Percepibile: testi alternativi per le immagini, audio sottotitolati, contenuti ben leggibili.

  2. Utilizzabile: il sito può essere navigato anche da tastiera o con tecnologie assistive.

  3. Comprensibile: linguaggio chiaro, layout coerente, moduli semplici da compilare.

  4. Robusto: compatibilità con diversi browser e dispositivi, comprese le tecnologie assistive.

Queste linee guida si trovano anche nella piattaforma Accessible EU, che raccoglie risorse pratiche, esempi e materiali utili per iniziare (o migliorare) il percorso verso l’accessibilità.

 

Il quadro normativo: tra Legge Stanca ed European Accessibility Act

In Italia, l’accessibilità digitale ha già un suo riferimento normativo: la Legge 4/2004, nota come Legge Stanca.

 

Questa norma impone alle Pubbliche Amministrazioni e alle aziende private con fatturato medio annuo superiore a 500 milioni di euro l’obbligo di garantire l’accessibilità di siti web e applicazioni mobili.

 

Ma le cose stanno per cambiare.

Dal 28 giugno 2025 entra in vigore l’European Accessibility Act (EAA), che estende l’obbligo a:

 

  1. Tutte le aziende con più di 10 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 2 milioni di euro

  2. Aziende che forniscono servizi di pubblica utilità

  3. Aziende a capitale misto pubblico-privato

  4. Soggetti che ricevono contributi pubblici, per i servizi erogati tramite web o app

  5. Pubbliche Amministrazioni, per tutti i loro siti e applicazioni (obbligo già vigente)

  6. Grandi aziende con oltre 500 milioni di euro di fatturato annuo (già soggette all’obbligo)

 

E chi è escluso?

Le microimprese, ovvero quelle con meno di 10 dipendenti e un fatturato (o bilancio annuo) non superiore a 2 milioni di euro, sono escluse dall’obbligo…

Ma non dalla responsabilità. Perché un sito accessibile non è solo una questione legale, ma una scelta strategica e valoriale.

 

Cosa dovrebbero fare le imprese (e le cooperative) da qui a giugno?

  1. Valutare il proprio sito e le proprie app: esistono strumenti gratuiti per testare l’accessibilità (come WAVE, Axe, Lighthouse).

  2. Rivedere la UX/UI con occhi inclusivi: collaborazione tra designer, sviluppatori e copywriter è fondamentale.

  3. Formare i team: un sito accessibile si costruisce insieme. Serve consapevolezza a tutti i livelli.

  4. Coinvolgere le persone con disabilità nei test di usabilità: chi meglio di loro può dirci se qualcosa funziona davvero?

 

Perché proprio le cooperative dovrebbero essere in prima fila?

Perché l’accessibilità è un principio di giustizia sociale.

Perché la cooperazione non lascia indietro nessuno.

Perché il digitale inclusivo è una scelta di futuro, non una moda tech.

E, diciamocelo, oggi l’accessibilità non è più un optional: è una responsabilità, è una competenza strategica, è una leva di fiducia.

Accessibilità è dare a tutti le chiavi per aprire la porta.

Cooperazione è scegliere di aprirla insieme.

 

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